Siamo a Roma su una terrazza dove un gruppo di amici e conoscenti, tutti appartenenti alla borghesia, si ritrova per passare le serate d'estate. C'è Enrico, uno sceneggiatore in crisi, Amedeo, produttore cinematografico che si è fatto dal nulla, assolutamente privo di cultura. Poi c'è Galeazzo, tornato dal Venezuela per trovare gli amici e un lavoro, e Mario, un deputato del Partito Comunista.
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Il bilancio di una generazione, il grande freddo di Scola prima del grande freddo di Kasdan. Personaggi intristiti, incapaci di comunicare, impotenti e travolti dal tempo e dal cambiamento di una società al quale si adeguano senza possedere la capacità di influenzarla. Un affresco amaro, ambizioso che la lunghezza lo rende un po' prolisso a mio parere.